domenica 13 maggio 2012

Chinatown, KL

E' sabato e nell'attesa di un ritrovo con alcuni altri expats nei dintorni di Changkat, decido di fare un giretto a Chinatown, un crocicchio di strade piene di bancarelle con tutto è di più, una specie di fake market, mercato della contraffazione, sullo stile Pat Pong a Bangkok.

La sensazione è piuttosto claustrofobica, i banchetti sono molto ravvicinati e il passaggio è stretto, spesso ci si deve fermare perchè la gente guarda, negozia e compra.

Devo confessare che gli odori sono piuttosto forti, tra un misto di umanità compressa e fumi e vapori che provengono dai fuochi dei vari punti ristoro e piccole food court che ogni tanto compaiono ai lati del mercato.

La mia ricerca di un chiosco che venda Laksa sta continuando ma presto mi rendo conto che ho nuovamente fatto un grossolano errore: Laksa è malese, qui sono a Chinatown.... non esiste nessun chiosco che lo serva.

Desisto immediatamente e, spinto anche da un misto piuttosto sgradevole di odori, cerco una via di fuga e mi avventuro al di fuori del "quadrilatero maledetto".

Tiro un sospiro di sollievo e mi guardo intorno... sono su una strada adiacente a Chinatown, quella che i locals chiamano Petaling Street e ci sono degli street restaurants.

Ho bisogno di sedermi e di bere qualcosa.

Opto per il Restoran Han kee






Penso immaginiate oramai che tavoli e sgabelli in plastica siano l'arredamento del dehor (anche detto marciapiede) quindi non mi soffermo troppo su questa parte della storia.

Ordine un thè freddo che arriva immancabilmente col ghiaccio (mi scordo sempre di dire di non metterlo ma fino ad ora non mi è andata male per nulla) e chiedo il menù.

Mangiare in uno street restaurant in Malesia è di per sè un'esperienza, figuriamoci in uno street restaurant a Chinatown.... non riconosco nessuno dei piatti elencati sulla carta... sì, vedo che c'è il riso, i noodles (pasta lunga) ma i nomi dei piatti mi sono sconociuti.

Una coppia di stranieri 3 tavoli più in là, il resto solo malay cinesi famelici, con le loro facce chine sui piatti e le bacchette che si muovono velocemente.

Non so che fare e chiedo al cameriere quale sia la specialità della casa...... Illuso!!! E io che pensavo di capire la risposta!!!

Faccio cenno di sì con la testa e quello scompare.

Nell'attesa di sapere cosa ho ordinato preparo la tavola


Immancabile set up con tutto il necessario ma soprattutto, questa volta vedo il peperoncino, la salsa di soya e l'aglio tritato.

Il chilly emana un profumo favoloso, è freschissimo e tagliato a rondelline sottili. Deve essere micidiale.

Preparo quindi la salsina di accompagnamento: nella ciotolina verso la salsa di soya, un minimo di aglio tritato e una bella cucchiaiata di peperoncino





Il profumo è ottimo, non vedo l'ora di provarla in accompagnamento con quello che ho ordinato... e ancora non so cosa sia.

Tagliando corto, in tavola mi arriva nell'ordine:

Stir fried Kailan with salted fish che prima di essere passato nel wok, doveva presentarsi così:










La classica verdura cinese, saltata con soya e aglio e servita con degli sfilacci di pesce essicato che ne aumenta la sapidità.

Diciamo che è un gusto un po' estremo, soprattutto per chi non è abituato ai sapori forti di mare.

Insieme alla verdura arrivano gli altri due piatti:


Stir fried lo-su-fan.

Ora, il lo-su-fan è un particolare tipo di noodle corto fatto con la farina di riso e di lunghezza non superiore ai 5cm. Qui è stato tirato nel wok con verdure e un misto di mare e guarnito con rondelle di cipollotti.

Il cameriere mi insegna come si mangia: sul cucchiaio di plastica si adagia una rondella di chilly marinata nella salsina di cui sopra, poi il lo-su-fan e poi un'altra rondella di chilly. E via.

Si intuisce subito che non è un piatto dietetico ma sorvolo, il profumo intenso di quelle due rondelle di chilly conferiscono al boccone un sapore stupendo.

E visto che qui non esiste la scaletta antipasto, primo e secondo con contorno, ecco che arriva subito il Clay Pot Chicken in chinese style


Tecnica interessante questa del clay pot.

Sui fuochi ci sono alcune terrine di terracotta dentro le quali viene cucinato il pollo e poi servito in un'altra terrina smaltata e guarnita con verdure fresche.

I primi bocconi non sono male, il problema per me, che non sono un amante del dolce in generale, è che per questo piatto è stato utilizzato un vino dolce. Non ho idea di cosa sia, il gusto mi ricorda vagamente il vino di prugna che mi fanno bere a fine pasto nei ristoranti cinesi in Italia.

Fatto sta che è un gusto che alla lunga mi stanca e decido a malincuore che 4 forchettate siano più che sufficienti.

Per compensare il dolciastro che mi è rimasto in bocca, ordino una Guinness Stout in bottiglia... e pago il conto.

60 Ringgit in tutto, 15 Euro.

Per la prima volta da quando sono qui ho avuto a che fare con dei gusti un po' lontani dai miei standards ma è anche il bello di questa continua ricerca di novità gastronomiche.... sempre con l'obiettivo fermo di trovare un chiosco che serva il mio amato Curry Laksa. E oggi, domenica, dieta ferrea.

A presto





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