Selamat Datang !!
Malesia, quasi 30 milioni di persone distribuite tra la
parte continentale (West Malaysia) e quella insulare (East Malaysia, parte del
Borneo).
Due terzi della popolazione sono malay malay (quelli
originali) suddivisi in sotto etnie delle quali non sto qui a raccontarvi
(Google aiuta sempre), il restante terzo è composto per gran parte di malesi di
origine cinese ed infine da indiani.
Per farvi capire velocemente come funziona, i malay malay (di
norma musulmani) ricoprono le funzioni pubbliche, i malesi cinesi (di norma
buddisti) fanno andare l’economia a livello imprenditoriale e gli indiani (Induisti
o buddisti) a parte qualche caso, forniscono bassa manovalanza.
Capitale è Kuala Lumpur (fondata sulla parte peninsulare, West
Malaysia) mentre la città più importante della parte Est è Kota Kinabalu.
Abituatevi d’ora in poi alle abbreviazioni, perché ai Malesi piace un sacco.
Pertanto Kuala Lumpur sarà KL, Kota KInabalu sarà KK, Johor Bahru (l’ultima
città prima del ponte per Singapore) diventerà JB e così via.
Durante i miei periodi trascorsi da queste parti ho imparato
che i malesi mangiano e tanto e soprattutto sempre.
E’ incredibile constatare che i caffè, i chioschi nei malls,
i ristoranti e soprattutto gli street restaurants siano quasi sempre attivi nel
servire gli avventori.
Premetto che non è tutti i giorni così, ma il malese può
arrivare a mangiare 5 volte al giorno:
Colazione
Pranzo
Tea
Cena
Supper
e ogni pasto ha le sue specialità. La cosa che mi
entusiasma sempre, è il supper, che si svolge di solito tra le 10pm e la
mezzanotte (a meno che non giriate con dei nottambuli festaioli, allora non
esiste un orario ben definito).
Vedere questo sciame di persone che ad un’ora tarda, si
buttano con entusiasmo sulla specialità che il chiosco offre, è puro spettacolo
perché capisci che stanno semplicemente mettendo in pratica un rito.
Ed ecco quindi che memore del passato, ho cominciato ad esplorare
la zona circostante alla mia abitazione:
parliamo di Kuala Lumpur, quartiere di Bukit Bintang ove
oltre che ad esservi una strada piena di locali moderni, pub e ristoranti
prevalentemente frequentati da expats o da locals facoltosi (Changkat) pochi
metri più avanti ci si imbatte in uno dei primi paradisi dello street food che
ci sia nella zona.
E' un quadrilatero di strade, Tengkat
Tong Shin, Jalan Tong Shin, Jalan Alor e la stessa parte finale di Changkat
anche se meno interessante.
Jalan Alor comunque è la strada da vedere.
Questo è solo uno scorcio di quello che c’è a Jalan Alor,
spero possiate farvi un’idea.
Prendo un chiosco a caso e mi siedo.
Ah, di Meng Kee in zona ce ne sono parecchi, dovrebbe essere la famiglia che detiene il controllo del quartiere.
La
cucina o meglio, i fuochi sono proprio lì, a pochi metri dai tavolini. Questo
naturalmente aiuta a rincarare la dose di caldo che già si patisce da queste
parti.
Tant’è,
l’esperienza deve essre totale quindi se ci sono tanti locals e parecchi
occidentali che se la godono seduti tranquillamente ai tavolini, inutile
lamentarsi.
Il tipico
set up della tavola:
Bacchette
e cucchiaio per zuppa alla cinese in plastica, forchette per chi non ci prova
nemmeno e salviette… ce ne sarà bisogno.
Forse
vi suonerà come una cosa nuova, ma in Malesia le bacchette non si usano, a meno
che non si mangi cinese o giapponese. Per tutto il resto si usano le posate
come da noi.
Comunque,
essendo questa zona un concentrato di cibo ciense e malese, ecco che viene data la doppia opzione.
Inoltre
scopro che questa è un’area specializzata in seafood e fish anche se i tipici
satay non possono mancare. Infatti, per cominciare con qualcosa che già
conosco, ne ordino una porzione mista, con carne di agnello, pollo e vitello.
Il
satay viene servito bollente, affiancato da pezzi di cetriolo e di cipolla (va
mangiato tutto insieme) e tocciato in quella salsa che vedete sulla destra,
preparata prevalentemente con le arachidi.
Il
satay in Malesia è quasi come la pasta in Italia. Non si può non provarlo.
Rinfrancato
da questo primo approccio riuscito (bhè, era facile, li conoscevo già), chiedo
quali siano le specialità del posto.
Senza
perdere un attimo mi sento dire “Chicken Fish!!”. Pesce-pollo??? E che cos’è? Ci
penso 3 secondi, quanti bastano per ricordare che chiedere troppe spiegazioni
potrebbe portarmi a finire la cena 2 o 3 ore più tardi, e decido di ordinarlo.
Però, però…. E se non andasse bene? Allora sai che faccio? Vado di nuovo sul
sicuro. Oltre al chicken fish, ordino un piatto di bamboo clams (cannolicchi in
italiano?) fatti con salsina piccante e aglio tritato (eh qui lo usano e
parecchio) e coriandolo (un mio caro amico di Cento non potrebbe nemmeno avvicinarsi) e un bel piatto di Lady Fingers (o anche detto all’indiana Okra).
Giusto
per darvi un’idea su come sono arrivati i bamboo clams.
Per
quanto riguarda l’Okra, è una verdura che da noi non si trovava fino all’arrivo
dei banchetti dei cingalesi che hanno portato un po’ della loro cultura
gastronomica nella roccaforte del tortellino.
Rubo
da un sito esterno una foto per farvi vedere come la potete trovare al mercatino sotto casa.
Ecco invece come mi è stata presentata in
tavola:
Salsa di soya, peperoncino, aglio e olio di palma, il tutto girato nel wok (sono certo abbiano messo anche altre spezie a me sconosciute).
Questa è una verdura che mi fa veramente impazzire.
Per
ora quindi tutto bene, satay ottimo, bamboo clam come da copione, okra
altrettanto….. se il chicken-fish alla fine non è nulla di che, ho comunque una
buona percentuale realizzativa.
Signore
e signori, eccolo che arriva:
L’attrazione
della zona, il chicken-fish o, come scopro più tardi, il Trigger fish anche
detto, in italiano, pesce Balestra (non guardate le foto su internet se no vi
intenerite).
Servito
con una salsina piccante con dello scalogno crudo, questo
piatto è unico.
Capisco man mano che mangio, il motivo di quel nome. Questo
pesce è cucinato in una maniera così particolare che la sua carne raggiunge una
consistenza ed un gusto molto simile al pollo. Sono straconvinto che se vi
sottoponessi ad un assaggio alla cieca, fareste fatica a non cadere nel
tranello.
Che
dire? I sensi di colpa mi assalgono, è tardi e ho la pancia pienissima, farò fatica
ad addormentarmi e forse avrò gli incubi…. Eh già perché ho omesso il fatto che
fossero le 23 circa quando ho finito il supper.
Faccio
per alzarmi e pagare che…… indovinate? Cosa mancava alla sera di Kuala Lumpur e
che quasi puntualmente si presenta? Una bella catinellata d'acqua che di
solito dura dai 30 ai 60 minuti e che gentilmente aggiunge un poco di umidità a
quella che già c’era.
Chi può
si ripara sotto gli ombrelloni che spuntano come funghi, gli altri di corsa
verso un tetto (tanto è tardi, ne viene giù così tanta che bastano 5 secondi e
sei fradicio)
Questa
è la situazione apocalittica dopo che i vicini di chiosco si sono mossi troppo
tardi con gli ombrelloni….. tavoli deserti.
Che
dire? Esperienza totalizzante: cibo, odori, pioggia e conto basso (se ben
ricordo ho pagato intorno ai 15 euro) con un paio di Tiger Beer incluse.
Questa
è pur sempre area turistica, in uno dei quartieri più frequentati da
occidentali. Le prossime volte spero mi possano vedere in aree meno battute
dagli Indoeuropei e soprattutto cercherò di fare una carrellata di Roti Canai (tipico
di origini indiane) ma soprattutto di Curry Laksa, il mio piatto malese
preferito che viene proposto in numerose versioni.
Puro
gusto!!!
Terima Kasih e a presto.
Vietata la riproduzione, ogni violazione sarà punibile dalla legge (art. 615 c.p. e art. 17 e 64 bis, L. 633/41).
look very nice, and I love the local food courts~~ : )
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